Vi racconto il mio amore sviscerato per i dolci e per tanto altro

domenica 15 aprile 2012

"Se qualcuno stappa lo champagne il 28 gennaio, non ti stupire: la vita cambia davvero quando vuoi tu"

Lo scorso anno, mentre ero seduta nella sala d'attesa di un medico, aspettando tristemente il mio turno, ho letto questo articolo pubblicato su di un magazine.
Ho strappato la pagina senza pensarci e l'ho messa in borsa, di nascosto come una ladra (spero non mi abbia vista nessuno!!!).

Ogni volta che  mi sento un pò giù, la rileggo tutto d'un fiato e.....riparto......spero piaccia anche a voi.
Dolce lettura...

"Ti chiedi, amica mia, come sarà l'anno che verrà, e mentre penso al tuo pensiero mi viene in mente la placida corrente del Nilo, e una feluca senza motore, nè direzione, preda della rosa dei venti, e delle stagioni.

Sarà che non credo alle scadenze, e non festeggio il capodanno, peraltro come altri popoli, che non contano gli anni; se chiedi a un indonesiano l'età riceverai solo un sorriso, in cambio. Non credi sia buffa l'ansia collettiva di fine anno?

Piuttosto che scrutare le stelle dal 15 al 30 dicembre, non sarebbe meglio guardarsi dentro tutte le sere, chiedendosi magari com'è andata, come non è andata, abbiamo preso qualche buca per strada? Se si, quale? Tanto per prenderne di originali, domani. Tanto per evolvere, e crescere, ed evitare repliche indesiderate.

Mi ricordo di una lontana parente che per un certo periodo mi chiamava regolarmente per darmi la seguente novella: "E anche questa settimana non è successo niente". Come se le cose scendessero dal Pianeta Papalla. Come se non fossimo quotidianamente davanti alla nostra tela.

Siamo talmente abituati a pensare dentro categorie certificate, lo spumante a mezzanotte, il panettone a Natale, le candeline sulla torta, che se a qualcuno venisse la fantastica idea di offrirci un calice di Moet & Chandon un lunedì sera di pioggia del 28 gennaio, così, senza un motivo, ci farebbe strano.

Probabilmente chiederemmo: che cosa festeggiamo? E' questo il punto.

Cosa vuoi festeggiare, amica mia, se continui a leggere l'oroscopo in poltrona, la stessa su cui ammuffirai l'anno venturo, chiedendo che il fato intervenga a far di te altro da ciò che ti fai da sola.

E allora che si fa? Mi torna in mente una frase strepitosa di Gandhi:"Sii il cambiamento che vuoi vedere". Per prima cosa, ti prego, non ti lamentare. Uno dei cataclismi nazionali, ormai noto anche oltre confine, è l'insopportabile tendenza al piagnucolio.

Il fidanzato ti ammorba? Lascialo. Un lavoro ti frustra? Cambialo.

Un amico ti esaspera? Diglielo. Ti piacerebbe sentirti utile? Lavora per un pò tra i barboni. Riscopri, nelle ore vacue, la bellezza del sacrificio.

E soprattutto: abbi coraggio. Il paradiso è degli intrepidi. Chiediti cosa ti piace, e mettilo in pratica.
Cucinare? Invita ospiti paganti, a casa. Scrivere? Allora leggi, tanto, e impara a essere consapevole: solo così avrai le parole per raccontare te stessa e il mondo.

E non è vero che tutto funziona con la raccomandazione, quella è la scusa dei bambini pigri, vittime di una società marcia. Lavorare paga. Una mia amica, ex  giornalista infelice, figlia di giornalista, ha trovato la sua voce disegnando abiti. Un mio amico è partito per l'India con meno di mille euro in tasca, perchè, mi ha detto con un sorriso di bimbo antico: "io voglio fare le foto e basta".
L'anno scorso ha fatto il pieno di premi. Lavorare paga. Ma devi scoprire in cosa investire.

Il talento, in fondo, è un'ossessione. Trovatene uno, amica mia, e fagli le coccole tutti i giorni, e fra qualche anno ti farà bere champagne un lunedì 28 gennaio, e non ti chiederai perchè: saprai di meritarlo."
Imma Vitelli

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